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Dal Napoleone di Notting Hill, La lode del droghiere

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view post Posted on 23/5/2012, 07:12

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Ascoltatemi, signor Mead. Io so come un droghiere sia tentato di considerare le cose da un punto di vista cosmopolita; mi rendo conto di ciò che deve essere il passare come fate voi tutta la santa giornata attorniato da merci che provengono da tutti i canti della terra, dal fondo di strani mari che non abbiamo mai esplorati, dal fondo di strane foreste che non potremmo neanche immaginare. Nessun Re d'Oriente riceveva simili carichi da Levante o da Ponente, e Salomone, con tutta la sua gloria, non viveva fra ricchezze pari alle vostre. L'India è alla nostra destra, esclamò egli indicando con la punta del bastone un cassetto di riso, mentre commerciante, intimorito, indietreggiava d'un passo — la Cina è davanti a voi, Demerara dietro, l'America è sopra la vostra testa, e in questo momento, voi, simile ad un vecchio ammiraglio spagnuolo, tenete Tunisi fra le vostre mani!
Il signor Mead lascio cadere la cassetta dei datteri che aveva in mano, poi la raccattò con gesto vago.
Wayne proseguì, col volto rosso, abbassando un po' la voce:
Conosco dunque tutta la tentazione che vi è in una visione di ricchezza così internazionale, così universale. Lo so: voi non affrontate, come tanti altri commercianti, il rischio di rinchiudervi in una specialità troppo angusta e meccanica; ma piuttosto rischiate di perdervi per eccesso di larghezza, di generosità, di liberalità. Come un nazionalismo angusto rappresenta il pericolo del pasticciere che fabbrica sotto il cielo della patria i prodotti che vende, così il cosmopolitismo rappresenta il pericolo del droghiere. Ma io vengo a voi in nome di quel patriottismo che nessuna stravaganza, nessun progresso di lumi potranno mai bandire e vi chiedo di non dimenticare Notting Hill. Giacchè, in fondo, in questa magnificenza cosmopolita nella quale voi troneggiate, Notting Hill ha il suo posto. Senza dubbio, i vostri datteri sono nati sulle grandi palme delle coste barbaresche, senza dubbio il vostro zucchero viene dalle isole meravigliose dei Tropici, e il vostro té, da villaggi misteriosi dell'Impero del Drago. Per approvvigionare questo negozio, è stato necessario abbattere delle foreste sotto la Croce del Sud, e arpionare dei leviatani sotto la Stella Polare; ma voi stesso, voi, che siete un tesoro non meno prezioso, che siete il cervello che ordina questi vasti interessi, voi almeno siete cresciuto in forza e saggezza fra queste grigie case, sotto questo cielo piovoso. Ora, questa città che vi ha creato, e che vi ha permesso cosi d'accumulare i vostri tesori, questa città si vede minacciata di guerra. Venite dunque e che in capo al mondo si sappia questo : l'olio viene dal Settentrione, la frutta dai paesi Australi; il riso viene dall'India e le spezie provengono da Ceylan; i montoni appartengono alla Nuova Zelanda, ma gli uomini a Notting Hill!
Il droghiere rimase per un po' con gli occhi vaganti e la bocca spalancata; e pareva un cetaceo. Si grattò l'occipite e non disse nulla. In fine pronunzio:
— Volete qualche cosa, signore?
Wayne girò lo sguardo per la bottega, un po' sbalordito, e scorgendo degli ananas canditi, li indicò con la punta del bastone.
— Sì, — disse, — prenderò questi.
— Tutti? domande il droghiere, imbarazzato al massimo grado.
— Si, si, tutti — rispose Wayne, sempre stupito, come uno che riceva una piccola doccia fredda.
Benissimo, signore. Grazie, signore — rispose il droghiere vivacemente. — Fate affidamento sul mio patriottismo, signore.
— Ci faccio grande affidamento — rispose Wayne, e uscì nella notte incombente.
Il droghiere rimise a posto la cassetta dei datteri.
— Che delizioso ragazzo! — diceva. E' strano vedere come sono simpatici; molto più di quelli che sono perfettamente a posto.
 
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view post Posted on 23/5/2012, 10:49

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Intanto Wayne se ne stava presso la vetrina della farmacia, indeciso a entrare.
— Che strana debolezza — mormorava.— Non ho mai potuto disfarmene dalla mia infanzia! Ho sempre avuto paura di questa bottega magica. Il droghiere è opulento, romantico, poetico
nel vero senso della parola, ma non e certo sovrannaturale. Invece farmacista! Le altre botteghe sono a Notting Hill; questa è nel regno delle Fate. Guardate quei boccali dai colori di fuoco. E' là che Dio deve attingere i colori dei tramonti. E' sovrumano, e il sovrumano è quanto mai fantastico quando è benefico. Qui è la radice stessa della nostra paura di Dio; e io ho paura. Ma, uomo, entrerò coraggiosamente!
Egli era uomo ed entrò. Un giovanottino nero con occhiali, che se ne stava dietro banco, lo salutò con un sorriso commerciale.
— Una bella sera, signore — osservò.
— Bella infatti, misterioso Padre — disse Adamo porgendogli timidamente la mano. Appunto in queste notti chiare e miti, la vostra farmacia si rivela qual'è. Allora appariscono in tutta la loro perfezione queste lune ampie, scarlatte e dorate che spesso guidano da molto lontano il pellegrino del dolore e della malattia verso questa casa di misericordiosa stregoneria.
— Cosa posso fare per voi? domandò il farmacista.
— Aspettate - rispose Wayne, con accento amichevole ma un po' vago. — Si, datemi un po' di sale volatile.
Una bottiglia da otto pences, da dieci pences o da uno scellino e sei pences? - domandò il giovanotto con simpatia.
— Da uno scellino e sei pences - rispose Wayne, con aria di sottomissione disperata. — Io vengo, signor Bowles, a rivolgervi una terribile domanda.
Fece una pausa e si raccolse.
— Il tatto - mormorava - il tatto è necessario. Bisogna che il mio appello sia in armonia con ciascuna professione.
— Vengo, - riprese — vengo a voi per una domanda che va fino alla radice di tutte le vostre manipolazioni. Signor Bowles, tutto questo incanto deve scomparire? - E, con la punta del
bastone, indicava torno torno la bottega.
Non avendo risposta, proseguì con vivacita:
— A Notting Hill abbiamo sentito fino in fondo mistero sovrumano della vostra professione. Ed ecco che proprio Notting Hill corre pericolo di morte.
— Ebbene, signore? — domandò farmacista.
— Oh, — disse Wayne, — che cosa vendono i farmacisti? Chinino, io credo. Grazie... Sara distrutto da cima a fondo? Io ho visto quella gente di Bayswater e di North Kensington: Signor Bowles, sono dei materialisti! Essi non vedono alcuna stregoneria nelle vostre manipolazioni, anche quando esse sono eseguite nei loro domini! Essi stimano il farmacista un essere volagare, lo credono un uomo!
Il farmacista, per un po', stette attento, e pareva che lo facesse per inghiottire quest'insulto; poi domandò:
Che altro vi occorre?
Dell'allume — rispose il Prevosto, smarrito. — Proseguo. Soltanto in questa città sacra il vostro sacerdozio è rispettato. Cosi, combattendo per noi, voi non solo combattereste per voi stesso, ma anche per tutto ciò che rappresentate. Combatterete non soltanto per Notting Hill, ma anche per il Regno delle Fate, giacchè, a mano a mano che Buck, Barker e i loro satelliti estenderanno il loro dominio, il senso del Regno delle Fate diminuirà.
Nient'altro, signore? — domandò il signor Bowles, con la stessa affabilità.
— Si, si, del sugo di giuggiole... della polvere febbrifuga... della magnesia. II pericolo è imminente. In tutta questa faccenda, io sento d'aver combattuto non soltanto per la mia città natia, alla quale devo tutto il mio sangue, ma anche per tutti i luoghi del mondo, dove grandi idee come queste possono prevalere. Io non lotto soltanto per Notting Hill, ma anche per i suoi nemici, per Bayswater, per North Kensington. Giacchè se i cacciatori di milioni saranno vittoriosi, anche queste città perderanno i loro antichi sentimenti e tutto il mistero della loro anima nazionale. Sono dunque sicuro di poter contare su di voi.
Certamente — rispose il farmacista, con molta vivacità, — noi saremo sempre lieti di poter rendere un servigio a un buon cliente.
Adamo Wayne lasciò la farmacia con un senso di profonda soddisfazione.
Che fortuna, — si diceva - esser dotato di tatto, saper fare appello alle attittidini e alle passioni di ciascuno, saper rivolgersi egualmente al cosmopolitismo del droghiere e a questo negromante, vecchio come il mondo, il farmacista! Dove andrei a finire io, senza il tatto?
 
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view post Posted on 23/5/2012, 15:30

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Eppure, dopo gli altri due colloqui ch'egli ebbe con bottegai, il gran patriota sentì vagamente venir meno la fiducia ch'egli aveva riposta nella sua psicologia e diplomazia. Nonostante tutta la cura ch'egli poneva nel tener conto della regola fondamentale e della gloria particolare di ogni negozio dove entrava, i bottegai sembravano rispondergli con difficolta e reticenze. Wayne si domandava se essi non se ne avessero a male del fatto che s'intrufolava nel segreto massonico della loro grandezza e non giungeva a conclusione. In modo incoraggiante aveva iniziato conversazione con l'antiquario. L'antiquario, infatti, aveva saputo incantarlo con una semplice locuzione comune. Egli se ne stava tristemente sulla porta del negozio: era un uomo rugoso dalla barba grigia, ed evidentemente pareva disgraziato.
— Come vanno gli affari, misterioso custode del passato ? — domandò Wayne affabilmente.
— Non molto bene, signore - rispose l'antiquario, con la voce umile e paziente della gente della sua categoria, con quella voce che è una delle cose tristi di questo mondo. - Tutto
terribilmente calmo.
A queste parole, lo sguardo di Wayne s'accese.
— E' una parola grossa — esclamò egli — proprio degna di un uomo che ha per merce la storia dell'umanita! - Terribilmente calmo! - Tale è la sintesi e genio di questo secolo, ed io l'ho sentito dalla culla. Mi son domandato talvolta se ci fossero altri come me che sentissero pesare questo doppio fardello di calma e di terrore. Vedo delle vie regolari dove passeggiano uomini nerovestiti, inoffensivi e tristi. E questo continua di giorno in giorno, senza che nulla accada; ma per me è come un brutto sogno dal quale mi pare di liberarmi talvolta con delle crisi. La nostra vita è rigida come una corda sottilissima e molto tesa. E' un silenzio terribile; giacchè essa potrebbe rompersi col fragore di un tuono. E voi che vivete fra i resti delle grandi guerre, voi che vivete, direi quasi su un campo battaglia, voi sapete che la guerra è meno terribile di una cattiva pace; voi sapete che i bravi giovani che portavano queste spade quando regnavano Francesco ed Elisabetta, e il rude gentiluomo o barone che brandiva questa mazza nelle guerre di Piccardia o del Northumberland, voi sapete, dico, che erano gente terribilmente rumorosa, ma, non come noi, terribilmente tranquilla.
Fosse un po' disturbato nella sua coscienza circa l'origine e la data delle armi in questione, o fosse naturalmente depresso, fatto si è che il custode del passato aveva assunta un'aria più annoiata di prima. — Ma — proseguiva Wayner — io non credo che quest'orribile silenzio del mondo contemporaneo debba durare, sebbene, ora come ora, abbia una gran paura che diventi più grave. Che burletta questo liberalismo moderno! La libertà di parlare significa nella nostra civiltà moderna che dobbiamo parlare soltanto di cose non importanti. Non abbiamo diritto parlare della religione, perchè non e liberale; non abbiamo diritto parlare del pane né del formaggio perché questo è un voler parlare di bottega; non ci è permesso parlare della morte, perché è cosa che rende tristi; e tanto meno ci è permesso di parlare della nascita, perché non sarebbe argomento delicato. Tutto questo non potrà durare: accadrà qualche cosa che romperà questa strana noncuranza, questo egoismo da visionari, questo strano isolamento di milioni di persone. Qualche cosa la distruggerà, fatalmente. Perché non la distruggiamo, voi ed io? Non siete buono ad altro che a custodire delle reliquie?
La fisionomia del bottegaio s'era a poco a poco illuminata in modo che avrebbe potuto far supporre a gente estranea alla Camera del Leone Rosso che l'ultima frase fosse la sola alla quale egli attribuisse un significato.
- Io sono troppo vecchio per cambiar mestiere - disse - e confesso, per giunta che non vedo chiaro il nuovo mestiere da scegliere.
- Perche? - domandò Wayne, con cortesia, essendo giunto al massimo dei suoi sforzi di delicata persuasione - non potreste essere colonnello?
Molto probabilmente fu a questo punto che i risultati della conversazione apparvero penosi. Da prima l'antiquario apparve propenso a considerare il grado di colonnello come qualche cosa all'infuori di una discussione seria; senonché una lunga esposizione delle cause che avrebbero condotto infallibilmente ad una prossima guerra d'indipendenza, ed anche, senza dubbio, l'acquisto a prezzo esagerato di una spada d'un dubbio secolo sedicesimo, parvero rimettere le case a posto. Ma, lasciando la bottega, a Wayne s'era comunicata un po' della malinconia dell'antiquario. La quale malinconia s'accrebbe, quando egli fece visita al barbiere.
- Vuol tagliarsi la barba, signore? — domandò l'artista.
- Si tratta di guerra — rispose Wayne, dalla soglia della bottega.
- Come dite? - domandò l'altro.
- La guerra! — proseguì Wayne, con ardore. - Ma la guerra, non contro ciò che è inconciliabile con le belle arti della civiltà: la guerra, invece, per la bellezza! Per la società! Per la pace! Vi si offre un'occasione magnifica di sbugiardare in modo lampante tutte le calunnie che, nonostante gli esempi lasciati da tanti artisti, considerano la poltroneria come un attributo di coloro che abbelliscono e puliscono la superficie delle nostre vita. Perché i parrucchieri non dovrebbero essere degli eroi? Perché...
- Uscite! - esclamò il barbiere furibondo.
- Noi non vogliamo qui gente della vostra specie. Uscite! E avanzò verso Wayne con la disperazione della noia e quell'aria che assume la gente molto mite quand'e in collera. Il primo
movimento di Adamo Wayne fu quello di portare la mano all'elsa della spada; ma la ritrasse.
- Notting Hill - disse egli - avrà bisogno dei suoi figli più coraggiosi - e s'avviò malinconicamente verso il mercante di giocattoli.
 
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view post Posted on 23/5/2012, 17:12

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La bottega era una di quelle curiose botteguccie che abbondano nelle vie meno frequentate di Londra, e sono chiamate botteghe di giocattoli, certamente perché i giocattoli vi hanno la prevalenza. Il resto della mercanzia consiste in tabacco, libri scolastici a buon mercato, confetti e zucchero d'orzo, romanzetti da due soldi, carta, temperamatite da un soldo, lacci da scarpe e petardi. In quella si vendevano anche giornali, e lungo la vetrina erano esposti dei cartelli sporchi.
«Temo», diceva Wayne tra sè entrando, «temo di non riuscire bene come dovrei presso questi negozianti. Sarebbe forse perché non ho saputo elevarmi sino a comprendere il senso del loro lavoro? O forse perche c'e qualche segreto nascosto in fondo a queste botteghe, che un semplice poeta non è capace di capire?»
Egli avanzò verso il banco con aria un po' scoraggiata che però riuscì a vincere rivolgendo la parola all'uomo che vi stava dietro: un uomo di media statura, dai capelli precocemente bianchi, che pareva un fanciullone.
- Signore - gli disse Wayne - io vado di casa in casa lungo la nostra strada e mi sforzo di dare ai nostri concittadini il senso del pericolo che minaccia la nostra citta; ma in nessun luogo come qui, il compiere tale dovere mi è parso cosi difficile. Giacché colui che tien bottega di giocattoli è il guardiano di tutto ciò che ci rimane dell'Eden e del tempo anteriore all'inizio delle guerre. Voi siete qui in continua meditazione sui bisogni di questa età meravigliosa nella quale ogni scala ci conduce alle stelle, nella quale non c'e sentiero di giardino che non ci avvii verso l'altra estremità del nulla. Credetemi: dopo aver ben riflettuto, io vengo a battere il vecchio tamburo spaventoso del pericolo in questo paradiso di bambini. Rifletteteci un momento, e non mi condannate in fretta. Questo stesso paradiso conosce almeno un rumore e un principio di pericolo come l'Eden, destinato alla perfezione, conteneva l'albero terribile. Non giudicate l'infanzia da questo arsenale di piacere al quale presiedete! Voi avete qui un giuoco di costruzioni che è segno dell'istinto di costruzione, anteriore a quello di distruzione. Avete delle bambole che fanno di voi prete di questa divina idolatria, avete l'arca di Noè, e tramandate così il ricordo d'ogni vita salvata miracolosamente come cosa preziosa e che non può essere compensata. Ma del preistorico buon senso e del razionalismo infantile della terra? Non avete cose più terribili? Che cosa sono queste scatole che io vedo in questo cassetto e che non sembrano contenere altro che soldatini di piombo? Non sono la prova di quel terrore e di quella bellezza, di quel desiderio di una bella morte, che non possono essere escluse neppure dall'immortalita dell'Eden? Signor Turnbull, non disprezzate i soldatini di piombo!
- Io non li disprezzo! — rispose il signor Turnbull, bottegaio, brevemente ma con grande enfasi.
- Sono lieto di sentirlo dire da voi - replicò Wayne. - Confesso che temevo per i miei disegni militari l'imponente dolcezza della vostra vocazione. Come, mi dicevo, quest'uomo che non conosce altro che sciabole di legno fatte per il divertimento dei bimbi, come accoglierà il pensiero delle sciabole d'acciaio fatte per infliggere il dolore? Ma sono già mezzo rassicurato. Il vostro tono mi permette di credere che io possegga la chiave di una delle porte del vostro paese fatato, della porta dalla quale entrano i soldati; giacché, non ve lo nasconderò più a lungo, signore, io son venuto appunto per parlarvi di soldati. Il vostro pacifico mestiere vi renda misericordioso verso coloro che sono in mezzo alle faccende di questo mondo! Possa la vostra esperienza di Nestore calmare le nostre sanguinose cure! Giacché c'e guerra in Notting Hill!
II piccolo bottegaio si drizzò di colpo, agitando le sue mani grassoccie e lasciandole andare sul Banco.
- La guerra! - esclamò allegramente, davvero, signore? E' proprio vero! Che gioia! Che spettacolo, Dio mio, per i miei occhi stanchi!
Wayne fu quasi sbalordito, per quelle rumorose espansioni.
- Sono incantato - balbettò egli - non immaginavo neppure...
Fece appena tempo a scansarsi per evitare ii signor Turnbull ch'era saltato a piedi uniti sul Banco e si precipitava fuori del negozio.
- Guardate questo, signore — esclamò dirigendosi verso la vetrina - guardate questo.
E rientrò con due cartelli lacerati esposti davanti alla bottega.
- Leggete questo, signore — gridava pondoli sul Banco.
Wayne si chinò e Jesse su uno dei cartelli: ULTIMA BATTAGLIA La RESA DELLA CAPITALE DEI DERVISCI
NOTEVOLE, ecc. ecc. e sull'altro: ANNESSIONE DELL' ULTIMA REPUBBLICHETTA LA CAPITALE DEL NICARAGUA SI ARRENDE DOPO UN MESE DI BATTAGLIA SPAVENTOSA CARNEFICINA
Wayne era allibito. Guarò le date: i due cartelli erano dell'agosto di quindici anni prima.
- Perché conservate questi vecchiumi? — domandò egli con quello stupore che gli faceva perdere quel suo incredibile senso di misticismo - perche li tenete esposti all'esterno della
vostra bottega?
- Perché, rispose l'altro con semplicita, - perché sono ricordi dell'ultima guerra. Voi mi venite a parlare di guerra; ora, accade che la guerra sia la mia predilezione.
Wayne alzò al cielo i suoi grandi occhi azzurri con uno stupore puerile.
- Seguitemi - aggiunse Turnbull, e lo condusse in una specie di retrobottega.
Il centro di questa camera era occupato da un'ampia tavola di legno bianco, dov'erano allineate file e file di soldatini di piombo parte della merce del negozio. Il visitatore non ci avrebbe badato, se non fossero stati disposti secondo un raggruppamento strano che non rispondeva alle regole commerciali e non era nemmeno opera del caso.
Voi sapete senza dubbio - disse Turnbull volgendo verso Wayne i suoi grandi occhi - voi sapete senza dubbio quali erano le posizioni delle truppe americane e nicaraguensi prima dell'ultima battaglia e così dicendo, mostrava la tavola con la mano.
- Mi rincresce ma non ne so nulla - rispose Wayne - io...
E' perche, credo, a quel tempo voi eravate tutto assorto nella faccenda dei Dervisci! Troverete questa battaglia in quell'angoletto. - E indicava il pavimento che era coperto in parte da un altro gruppo di soldatini di piombo.
- Mi pare — disse Wayne — che v'interessiate molto alle cose dell'esercito.
- Non m'interesso d'altro - rispose bottegaio, con semplicità.
Wayne faceva un grande sforzo per contenere una singolare esaltazione.
Se è così — disse — posso parlarvi in confidenza. Circa la difesa di Notting Hill, io...
- La difesa di Notting Hill, dite voi, signore? Di qui, signore - disse Turnbull molto commosso.
Guardate in questa cameretta — e condusse Wayne in una camera la cui tavola era interamente coperta da minuscole pietre da costruzione, quali adoperano i bambini nei loro trastulli. Osservando bene, Wayne vide che erano disposte in modo da formare esattamente il piano di Notting Hill.
- Signore, - prosegui Turnbull martellando le parole, - avviene questo, che voi avete il dito proprio su ciò che forma il segreto della mia vita. Da fanciullo, io sono cresciuto fra le ultime guerre di questo mondo, quando il Nicaragua fu conquistato e i Dervisci furono distrutti. E la guerra è divenuta un capriccio, per me, come per un altro la mania dell'astronomia o degli uccelli impagliati. Io, non odio alcuno, ma mi interesso alla guerra considerandola come una scienza, come un gioco. E a un tratto mi son visto mancare questo piacere. Le grandi potenze, assorbite tutte le piccole nazioni, hanno concluso fra loro quel famoso accordo, e addio guerra! Non mi rimaneva altro da fare se non ciò che faccio ora: leggere i racconti delle campagne d'un tempo in vecchi giornali sudici, e raffigurarmeli con i miei soldatini di piombo. Ebbi però un'altra idea: mi divertii a concepire un disegno della difesa che questo quartiere potrebbe opporre qualora venisse assalito. Direi quasi che questo disegno v'interessi quanto interessa me.
- Qualora venisse assalito! - ripeté Wayne, ed era così assorto, che pronunziava le parole quasi meccanicamente — signor Turnbull, sappiate che è proprio assalito! Per grazia di Dio, io porto almeno a una creatura umana la notizia che, in fondo, è la sola buona notizia che possa ricevere un figlio d'Adamo. La vostra vita non è stata inutile! la vostra fatica non è stata un vano trastullo; proprio ora che vostri capelli diventano grigi, Turnbull, proprio ora state per conoscere la vostra giovinezza. Dio non ve l'ha tolta; non ha fatto che prorogarla. Sediamoci qui e spiegatemi il piano militare di Notting Hill; giacché dobbiamo difendere Notting Hill insieme, voi e io.
 
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3 replies since 23/5/2012, 07:12   53 views
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