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Ciò che non va nel mondo, L'invasione delle api orientali

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view post Posted on 3/2/2012, 18:13

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Il libro di Maeterlinck sulle api stimola un senso di ammirazione, potremmo quasi dire di invidia, nei confronti della loro spiritualità collettiva e del fatto che esse vivono soltanto per cio che egli chiama l'Anima dell'Alveare. Questa fascinazione per la moralità comune degli insetti si ritrova in molti altri scrittori moderni, che la esprimono in varia misura e in forme diverse: si incontra, per esempio, in Benjamin Kidd, il quale ritiene che noi viviamo soltanto in funzione del futuro evolutivo della nostra specie, e nel grande interesse mostrato da alcuni socialisti nei confronti delle formiche, da loro generalmente preferite alle api, forse perche sono meno colorate. Non meno indicativo di questa vaga entomolatria e il profluvio di adulazioni che la gente di oggi tributa alla vigorosa nazione dell'Estremo Oriente della quale si è detto che «il patriottismo è la sua unica religione» (il che significa, in altre parole, che vive esclusivamente in funzione dell'Anima dell'Alveare). Allorchè, nel corso dei secoli, la cristianita ha talvolta dato segni di debolezza, malattia o scetticismo, e l'Asia misteriosa comincia a spingere verso l'Occidente le sue popolazioni e a riversarle come un oscuro spostamento di materia, spesso e volentieri si è fatto ricorso al paragone tra l'invasione e un'infestazione di pidocchi o l'assalto di inesauribili sciami di locuste. Gli eserciti dell'Est erano, in effetti, simili a insetti; nella loro cieca, operosa distruttivita, nel loro cupo nichilismo impersonale, nella loro odiosa indifferenza nei confronti della vita individuale e dell'amore, nella loro squallida fede nel numero, nel loro coraggio pessimistico e nel loro patriottismo ateo, i cavalieri e i razziatori dell'Est sono effettivamente simili alle cose che strisciano sulla terra. Tuttavia, mai è successo in passato che i cristiani chiamassero locusta un turco con l'intenzione di fargli un complimento. Ebbene, ora, per la prima volta, oltre a temerlo lo veneriamo e seguiamo adoranti l'enorme forma che avanza vasta e indefinita appena visibile tra i mistici sciami di creature alate che si riversano sulle terre devastate, riempiendo i cieli come il tuono e scolorandoli come la pioggia: ecco Beelzebub, il Signore delle Mosche.
Rifiutando l'orribile teoria dell'Anima dell'Alveare, noi membri della cristianita non difendiamo soltanto noi stessi, ma tutta l'umanita: difendiamo l'idea essenziale e distintiva degli esseri umani, secondo la quale un uomo buono e felice è un fine in sé e un'anima merita di essere salvata. Anzi, a beneficio di quelli a cui piacciono le fantasticherie biologiche, potremmo dire che ci ergiamo a capi e campioni di un intero settore della natura, principi di un casato il cui simbolo è una spina dorsale, e che difende il latte della madre individuale e il coraggio di un orsetto, rappresenta la patetica cavalleria del cane, l'umore e la perversità dei gatti, l'affetto e la tranquillità del cavallo, la solitudine del leone. In ogni caso, mi preme soprattutto sottolineare che la semplice glorificazione di società come quelle degli insetti equivale alla trasformazione e alla dissoluzione in un colpo solo dei simboli peculiari all'uomo. In mezzo alla confusione, a nugoli di mosche e a sciami di api, il concetto di famiglia umana sta diventando sempre più debole e pare destinato, alla fine, a sparire. L'alveare è diventato piu grande della casa, le api stanno distruggendo coloro che le avevano catturate; i bruchi hanno mangiato cio che le locuste avevano lasciato, e la casetta con giardino del nostro amico Jones e molto malridotta. (GK Chesterton, Ciò che non va nel mondo, Lindau 2011, p.262)
 
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