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JESSIE MUNTHALI, Storia di una ragazza straordinaria

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view post Posted on 11/1/2014, 14:28

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JESSIE MUNTHALI


Signore, grazie
per il mio handicap

Storia di una ragazza straordinaria


"A dieci anni, quando ho ricevuto il battesimo, è iniziata per me una grande ricerca, una ricerca che sento durerà per tutta la vita. È con gioia, fede e speranza che guardo al traguardo, che è di trovare la gioia e la felicità in Lui, Cristo, che è, che era e sarà fino alla fine dei tempi.. "

Nata a Monze (Zambia) il 3/0411968, sesta di dieci fratelli. Ha iniziato la scuola nel 1974 presso la Missione di Lukulu. Riceve il Battesimo il 20/09/1980 a Mongu nella Chiesa di Lourdes all'età di 12 anni. Nel 1982 inizia le scuole superiori presso le Suore di Mongu. Desiderava diventare medico o infermiera per aiutare chi soffre. Conseguita la maturità a pieni voti nel 1987 entra nell'Università di Lusaka iscrivendosi alla facoltà di Agraria. Frequenta per due anni il corso di agraria superando brillantemente tutti gli esami. Nel 1989, aggravandosi la neurofibromatosi di cui soffriva, deve sospendere il corso universitario. Il 22 Febbraio 1990 giunge in Italia e prende la residenza a Carpegna (PS). Giugno 1990 è ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma e a Settembre 1990 all'ospedale San Giovanni di Roma. Da gennaio a maggio 1991 è sottoposta a tre difficilissimi interventi chirurgici che supera felicemente. 11 luglio: quarto intervento: subisce un arresto cardiaco ed entra in coma irreversibile. 10 agosto: cessa di vivere. 12 agosto: esequie e sepoltura a Carpegna.

Quando la incontravi non potevi sfuggire ad una sensazione di disagio... Jessie era, con i1 suo viso bellissimo ma deformato dall'handicap, una sfida: troppo abituati a prototipi di bellezza, storditi da immagini idealizzate fatte oggetto di pubblicità, non riuscivi a capire, accettare, vivere quel volto che ti sfidava. Eppure lei era lì, davanti a te, e ti guardava in modo deciso, in attesa di una tua risposta. Non a lei ed alla sua presenza, ma a te stesso! Poche volte nella vita ci capita l'occasione di sfidarci, di andare un po' oltre noi stessi, il nostro modo di vedere e di giudicare. L'amico portatore di handicap che ti trovi davanti rappresenta una autentica sfida alla vita standardizzata, precostituita, scontata... Se accetti quella sfida, a costo di starci male, finisci per crescere: esci dagli schemi, vuoi vedere "oltre", e, se sei costante e ti lasci penetrare dal mistero della vita, ti ritrovi con lo stupore, la meraviglia di una scoperta che nemmeno immaginavi, e forse, nemmeno osavi sperare. Jessie è stata un dono per noi tutti. Non solo per chi ha avuto modo di contattarla o di condividere con lei il suo faticoso cammino, ma anche per chi entrerà in rapporto con lei attraverso i pensieri che sono stati raccolti dal suo diario. Lei è un dono del Signore ed un frutto prezioso dello Spirito per questo nostro mondo distratto, deluso, handicappato nello spirito (è questo il vero dramma!). La lezione che Jessie ci ha dato è duplice. In primo luogo ci dice che Dio ha i suoi progetti, e questi progetti travalicano infinitamente la nostra capacità di comprendere. Ma una cosa è certa, Egli non è "distratto" quando permette che venga al mondo un suo figlio con addosso un handicap! Anche se per noi questo è uno scandalo, la verità è solo questa: è bene, è buono ed è solo meraviglia tutto ciò che esce dalle mani del Creatore! Questa prima lezione di Jessie porta a guardarci dentro per conoscere la nostra reazione davanti al dolore ed alla sofferenza degli innocenti: se rimaniamo nella dimensione dello scandalo, siamo persi; non capiremo mai e continueremo per sempre a far finta che certi problemi non esistano solo perché non rientrano nel nostro schema mentale... Ma non così: l’handicappato ci è davanti (e il Signore ce ne farà incontrare ogni giorno di più!) e la sua presenza chiede una "lettura ". Dal coraggio di un confronto può nascere la salvezza per la vita di chi si dice "normale"! Un mio amico pittore giustificava la sua scelta di dipingere il volto dell’Arcangelo Gabriele, in un quadro dell’Annunciazione, con i tratti di un mongoloide con questa frase estremamente decisa: «Solo chi è diverso può annunciare salvezza a questo nostro mondo». Chi è ritenuto "normale" finisce, spesso, per appiattire (e poi uccidere) l'anima, soffocandola nel suo anelito di infinito, anelito che aiuta a "comprendere" qualunque "come" alla luce dell'Essenziale. La seconda lezione di Jessie viene da quel suo coraggio di abbracciare la vita in pienezza, con tanta voglia di "volare" sopra la sua difficoltà, e le difficoltà che tante persone le procuravano. Incarna esperienze stupende di amicizia con chiunque riesce a mettersi accanto a lei e la riconosce come dono del Signore; queste amicizie sono cementate da una grande fede: Jessie ha una forza unica ed una straordinaria capacità di scoprire il disegno di Dio dietro le cose più difficili. Dal diario emerge questo costante interrogativo sul progetto di Dio, e la risposta è sempre la stessa: «Il Signore manifesta la sua forza attraverso la mia debolezza». La vita, allora, è bella, degna di essere vissuta in pieno, anche nel dolore e nell'apparente "non senso". Facili allo scandalo davanti al problema del dolore, cogliamo la testimonianza di Jessie come un'oasi di pace e come fonte di certezza. L'abbandono coraggioso tra le braccia del Padre ridona serenità e libertà al suo cuore affaticato; c'è una certezza che supera ogni difficoltà: 'Lui sa!" Importante che il suo progetto si compia, e per questo scrive alla mamma: «Non puoi fare molto per me, perché sei lontana; ma puoi pregare per me perché la sua Volontà sia fatta fino in fondo». Questo il «sì» ed il volto dei Santi! Il cammino di Jessie non è ancora compiuto: la sua presenza viva, oltre la morte, continua ad interrogarci, a sfidarci, a smuoverci dal nostro scontato quotidiano. La gente che l'ha incontrata l'ha amata con sincerità; attorno a lei si sono ritrovate tante persone; è questo un segno del fascino di un'anima bella, fascino che non viene dall'aspetto esteriore, ma frutto e dono dello Spirito, quello Spirito che si rivela nei piccoli e nei poveri, ma che rimane nascosto davanti ai presuntuosi ed agli orgogliosi. Accogliamo la preziosa lezione di questa nostra carissima sorella zambiana ed incominciamo anche noi a prendere un pò sul serio la vita, facendo riferimento continuo a Colui che ce l'ha donata così da non perdere il senso del nostro tempo e la meta dei nostri passi. Questo ci ottenga Jessie dal Cielo.


Gli amici di Carpegna
PENSIERI DAL SUO DIARIO

25/5/87 Il mio spirito è triste. C'è in me una sofferenza profonda pensando al mio futuro. Sono piena di ansietà. L'unico mio conforto è nella preghiera: "Signore, se tutto ciò che sto vivendo è la croce che mi mandi Tu e che io devo portare, Ti prego fammela su misura e dammi la forza di poterla abbracciare con gioia. Non mi abbandonare, mio Signore". È solo nella lettura della Bibbia che trovo conforto. Mi hanno commosso i Salmi 77, 38, 139, 13, 62.

14/7/88 (Ospedale in Zambia). Ancora una volta metto tutto nelle mani del Signore: sia fatta la Sua volontà. È un periodo di prova per me. Tutta la mia forza, il mio coraggio stanno venendo meno. Tutte le mie speranze, i miei sogni, i miei desideri sono bloccati in attesa di tempi migliori o forse per il peggio. Chi lo sa? Solo Dio. Alcune persone possono non capirmi, o meglio non capire il mio problema. E’ comprensibile perché loro non lo vivono: il problema sono io! Mi piace richiamare i pensieri più cari: il Signore ha cura di me; la vita vale la pena di essere vissuta. Fatti coraggio, Jessie, affronta la realtà. Il Signore è con te!

6/2/91 Nevica a Roma (città dove nevica di rado). Una visione meravigliosa. La neve cade e si appoggia gentilmente, mentre il sole continua a risplendere. E per me uno stupendo messaggio da parte di Dio. Seduta sul letto, mi sento male più del solito. Ad un certo punto il dolore sembra non esistere più, ma si trasforma in una voce che mi dice: "Vedi le meraviglie di Dio! Niente di ciò che Lui ha creato è brutto!” Oh, mio Dio, aiutami a vivere tutto fino in fondo. Dammene la forza!

21/2/91 Mio buon Dio, mi sento molto tesa poiché la saliva continua a scendere dalla mia bocca: è così irritante! Può darsi che passi: chi lo sa?

27/2/91 Penso di stare peggio che mai. Signore, potresti rimuovere un pò di peso da questa croce? Non ce la faccio più a portarla. Signore perché non mi chiami a casa? Tu lo sai che soffro, vero?

29/2/91 Dopo tanta attesa i medici si sono decisi a fare qualche cosa. La mia preghiera è "che la Sua volontà si compia" anche se rimane molto difficile accettare certe realtà della vita. Spero per il meglio, anche se mi sento piena di paura per ciò che succederà. So che il Signore non mi darà più di quello che posso sopportare. E allora ciò che posso fare è ripetere a me stessa: Coraggio Jessie, il Signore ti ama. La sofferenza è veramente un grande mistero e per me rimane misterioso perché Gesù, per redimere l'uomo, ha scelto la sofferenza.

7/4/91 Il Signore è sempre con me. Mi sono sentita miserabile tutto il giorno per il grande dolore all'orecchio destro. Non ho potuto evitare di piangere e chiedere al Signore perché debbo soffrire tanto. Poi mi sono sentita meglio e la mia solitudine è scomparsa all'improvviso. Mi sono sentita riempire il cuore di una speranza: presto verranno giorni migliori. C'è qualcosa dentro di me che mi aiuta ad andare avanti: è l'amore di Dio che vive in me.

11/4/91 Ho innaffiato le mie piante questo pomeriggio. Sono le mie amiche più care e dono loro il mio amore. Povere piante! Stavano seccando perché non avevo dato loro l'acqua necessaria. Le persone hanno pure bisogno di essere innaffiate, di avere un pò di dedizione, di affetto. Avrò cura di tutti finché ne avrò la forza di farlo.

14/4/91 Ho avuto tanto mal di testa oggi. Ho pensato molto a casa. Il mondo è veramente buffo! Qualche volta penso che cosa sarebbe stato di me se non avessi avuto tutti questi amici. Sono dei veri Angeli. Ora che sono lontana da casa, imparo a conoscere meglio me stessa, il mio carattere, la mia personalità, i miei principi di vita. Veramente un sorriso non costa niente, ma è tutto!

30/4/91 Grazie a Dio, sono stata a Messa: è così bello trovarsi nella Casa del Signore! "Quale gioia quando mi dissero, andremo alla
Casa del Signore!". La proclamazione all'Alleluia era: "Beati coloro che camminano nella luce del Signore". Sia benedetto il mio Signore e possa la grazia di Cristo risorto essere sempre con me.

4/5/91 Dopo la delusione del Gemelli, mi trovo finalmente al San Giovanni, dove il Professore sembra essere il primo che ha preso il mio caso sul serio. È così buono! Ho vissuto in un mondo di ospedali. Signore, quando ho visto un'altra paziente che ha già subito l'intervento che dovrò fare io, mi sono sentita venir meno ed ho perduto il coraggio. Una vista terribile! E la paura è tornata in me. Sono felice qui ed ho tanta pace nel cuore. Ricevo il Corpo di Gesù ogni giorno, e Lui rimane con me per tutta la giornata. Signore, grazie per il mio handicap! Aiutami a conoscerti meglio; mantienimi semplice e fedele nonostante la strada sia lunga e faticosa, perché io possa dare lode al Tuo nome ora e nella vita che verrà.

7/5/91 Signore, mio Dio, ho paura del mondo in cui vivrò. Non ho certezze per il mio futuro. Sono come un piccolo gattino nelle mani di un ragazzo che lo fa volare. Mi sento come una foglia in un giorno di vento, sbattuta qua e là, senza un posto dove stare. Non posso non dirti, Signore, che sono delusa di Te! Eppure c'è qualcosa che mi spinge ad andare avanti anche se il futuro è oscuro e incerto: è il Tuo amore per me. Ma perché mi succede tutto questo? Io desideravo conoscere e coscientemente vivere del Tuo amore nella gioia e nella felicità e invece mi riveli il Tuo amore attraverso la durezza di questo cammino che sto percorrendo. Lo so, Signore che le Tue vie non sono le mie vie. Perciò Ti prego, Signore, rimani con me, cammina accanto a me perché non perda mai di vista la meta della mia vita, che sei Tu. Aiutami in questa lotta per essere sempre meno indegna di Te.

25/5/91 Dopo aver guardato alla televisione il film "Coraggio di vivere" Jessie scrive: È un film commovente... Libera, voglio essere libera. Sono pronta per essere libera... per toccare il cielo.

Al papà: Non posso non lasciar cadere alcune lacrime quando ripenso alle volte che te ne andavi senza mangiare perché io ero triste. Tu eri con me quando ero ammalata. La tua presenza era per me di grande conforto. Avevi veramente cura di me. Come desidererei essere con te, sentirmi stringere le mani, ora che la vita sembra così dura. Mi manchi! Mi mancano le tue parole confortanti che mi ripetano non essere vero che non ha un significato ciò che sto vivendo, perché c'è un Signore che ha cura di tutti noi, e con Lui, la vita, qualunque sia, vale la pena di essere vissuta. Il tempo che passa approfondisce il senso di debito che ho verso di te. Siamo legati da sentimenti che nulla potrà distruggere. Papà, ti amo! Prega per me.

Alla mamma: Mamma, grazie di tutto. Quanti sacrifici, quante notti insonni! Ma tu non mi hai mai fatto pesare tutto questo perché mi sentivi tua creatura, dono di Dio, come tutti gli altri figli che stanno bene. Quanto vorrei che tu fossi con me ora! Poter dormire sul tuo grembo come facevo quando stavo molto male... C'è tanto buio nella mia vita ora: tutto sta diventando più difficile e mi sento quasi senza speranza. Ma non posso non fidarmi di Lui che era lì all'inizio ed è ancora presente ora. Mamma, ti chiedi che cosa sta succedendo alla tua figlia? So che stai soffrendo per me e ciò mi da forza per affrontare le difficoltà. Sento che non sono sola, ma che tu sei con me. Non puoi fare molto per me, perché sei lontana, ma puoi pregare per me perché la Sua volontà sia fatta fino in fondo. Puoi essere certa, mamma, che il Signore non mi ha abbandonata un momento da quando ho lasciato casa, perché sono con persone che hanno cura di me. Quanto ti amo, mamma! Quanto vorrei riposare sul tuo seno e sentirti dire: coraggio, Jessie, ce la farai! Il Signore è con te.

Al fratello Steven: Le lacrime si asciugheranno, ma le memorie non verranno meno. Tu mi hai accettata così come ero, ed hai sempre cercato di farmi felice, di proteggermi da ciò che poteva farmi male. Mamma sapeva che noi due eravamo legati in un modo tutto particolare. Quanto ti amo e quanto vorrei che tu fossi qui ora a ripetermi: "non te la prendere troppo, Jessie!".

A Suor Hilde: ... Tu occuperai sempre un posto speciale nel mio cuore. Come vorrei che tu fossi qui con me ora! Come vorrei che tu mi stringessi a te come facesti all'ospedale di Lusaka, dopo la sentenza della mia malattia, e io mi sentivo sola e abbandonata. Sei stata sempre accanto a me nei momenti più duri. Ricordo il passo della Bibbia (Isaia, 53) che abbiamo pregato insieme nella Cappella dell'Università. Ero felice, quando mi trovavo con te. Il mio volto non ti ha allontanata, anzi, ti ha avvicinata come vero dono di Dio per me, per essermi di aiuto e segno di quell'amore che Dio ha per i suoi.

(Prima di sottoporsi al terzo intervento) Non so come esprimere il senso di sollievo, dopo tanta attesa. Nello stesso tempo temo per ciò che mi riserva il futuro. Veramente la mia sola preghiera è "che la volontà di Dio si compia in me". Questo mi aiuta ad accettarmi per quando tutto sarà compiuto. È buffo vero? Un piccolo uccello chiede che gli venga concessa la libertà di volare e, una volta avuta, si rende conto che la nuova realtà gli è ostile, contraria a ciò che si aspettava. Ancora una volta chiede al suo Creatore di ritornare com'era prima, quando aveva meno libertà ma era più felice ed aveva la pace. E il Creatore abbraccia questo piccolo uccello e gli dice: `'... tu rimarrai sempre il mio piccolo uccello! Io ti amo ed è per questo che ti ho creato...". Qualunque sarà il risultato di quanto sto vivendo, ricorderò sempre che il Signore è stato ed è con me.

A Suor Rosalinda: ... Sto bene; la gente è molto buona e mi aiuta tanto. Ho spesso nostalgia di casa. Uno non può permettersi di dimenticare la propria terra, i propri cari, la propria casa, "home

sweet home", vero? Ho fatto parecchie analisi, esami di laboratorio. Ho avuto momenti nei quali mi sono sentita senza speranza ed ho dubitato se tutto ciò che sto vivendo vale la pena di tentarlo. Ad ogni modo, nonostante tutto questo, so che il Signore ha cura di me. Sento che tutto è per uno scopo. Ho affidato tutto nelle mani del Signore perché le Sue vie non sono le nostre e Lui agisce nei suoi momenti.




RIFLESSIONI

LA FAMIGLIA: Se la famiglia ti offre buoni stimoli, tu cresci con sicurezza. Devi essere flessibile ed accettare di essere trattata come persona, altrimenti rimani sola. D'altra parte, se rifiuti l'aiuto che ti viene offerto, non cresci emotivamente e socialmente. Se poi ti mostri indifferente, la famiglia ti lascia sola.

LA SOCIETÀ: L’ambiente in cui vivi determina spesso l'accettazione o meno dell'handicap che la persona porta. Uno può diventare amareggiato dal suo handicap e vivere con il solito ritornello dentro: "perché è successo a me?'". Con la comprensione degli altri, tu ti senti forte e senti di farcela nella vita . ... Generalmente si pensa che l'handicap sia contagioso. Alcuni lo fanno per disprezzo, altri lo fanno genuinamente. Alcuni ti preferiscono triste e indifferente, così possono evitarti. Altri sono buoni e cercano la tua felicità; ti aiutano, a volte con grandi sacrifici, pur di vederti sorridere.

RAZZE E DIFFERENZE: Vi sono molte prove nella vita, ma una delle più importanti e difficili è vivere in una società dove tu sei diversa dagli altri. Noi che siamo diversi, diventiamo spesso il soggetto di molte conversazioni. Diventiamo motivo di derisione per coloro che si ritengono superiori ed il simbolo della comprensione per coloro che sono capaci di capire. Il tuo handicap viene discusso con la stessa semplicità con cui si parla del tempo o di un abito e poi ti viene detto di avere coraggio. Ci
vuole più del coraggio! Ci vuole fede, una fede che viene spesso provata e allora ti ricordi che anche Gesù è stato rifiutato dai suoi, dalla società di allora, eppure ha compiuto la volontà del Padre suo fino in fondo. Lui ha dato un significato alla sofferenza, soprattutto per noi che siamo "diversi". Con la sua sofferenza ha riconciliato il mondo a se. Non dobbiamo prendercela se gli altri ci evitano e ci guardano dall'alto in basso o ci deridono. Forse non capiscono ciò che sta succedendo in noi e di quale "dono" siamo depositari. Dobbiamo avere la bontà di spiegare a queste persone, cercando di illuminarle, che il nostro handicap, non l'abbiamo voluto, ma ci è stato "donato" e che noi per primi dobbiamo accettarlo, finché siamo su questa terra.

HANDICAP: Il Signore ha avuto uno scopo nel farmi nascere handicappata. Non può essere che Lui si sia distratto quando ha voluto così! Il Signore manifesta la Sua forza tramite la mia debolezza. A motivo di questo, mi sono successe cose belle nella vita, come l'amicizia vera che non mi viene offerta per motivi egoistici, ma per bontà di cuore... Gli handicappati che sono riusciti ad accettarsi, sono generalmente buoni e felici nella vita. L'atteggiamento delle persone che guardano agli handicappati come appartenenti ad una classe inferiore, tante volte mi scoraggia ed uccide il mio spirito.

IL DOLORE: La sofferenza è un mistero che comprendiamo solo in parte. Ciò che dobbiamo fare è di accettarla, senza negare la sua esistenza. Un approccio amorevole e calmo con questa realtà può trasformare la nostra vita. La nostra tragedia non è perché soffriamo, ma perché sciupiamo questa realtà.

DESIDERIO
Passa calma tra il rumore e la fretta e non dimenticare che ci può essere molta pace nel silenzio.
- Per quanto ti è possibile, sii sempre in buoni rapporti con gli altri.
- Dì sempre la verità con calma e chiarezza; ricorda che puoi ricevere anche da chi sembra senza buon senso o ignorante.
Evita le persone volgari ed aggressive che possono fare del male al tuo spirito.
- Se fai paragoni con gli altri, corri il rischio di diventare orgogliosa o sottovalutarti, perché c'è sempre gente al di sopra di te e anche al di sotto (inferiore o superiore). Sii felice per i risultati che riesci ad ottenere e per il progresso che riesci a fare. Conserva l'interesse per il tuo lavoro...
- Sii prudente nelle tue intraprendenze perché il mondo è pieno di tranelli. Questo non dovrebbe chiudere i tuoi occhi sulla tua capacità di distinguere le virtù; molta gente mira ad ideali alti, ciò nonostante, la vita è piena di egoismo.
- Sii te stessa; soprattutto, non fingere, e questo in modo particolare con chi ti ama, con chi ti è amico poiché l'amore è eterno come l'erba.
- Accetta con buona volontà gli insegnamenti che ti vengono dati, con un sorriso, come parte della tua gioventù,
- Coltiva la tua forza d'animo per difenderti contro gli imprevisti della vita.
- Non ti tormentare con troppa immaginazione.
- Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Sii disciplinata moralmente. Sii calma con te stessa. Sei figlia dell'universo non meno delle stelle e degli alberi. Hai diritto ad essere qui. Che tu lo dubiti o no, è certo che l'universo sta scrivendo correttamente la legge per essere in pace con Dio, qualunque sia il tuo concetto su tutto questo.
- Le tue aspirazioni, le tue offerte siano in favore della pace del tuo spirito poiché nel tumulto della vita c'è molto inganno: lavoro, ingratitudine, sogni frustrati (falliti?). Nonostante questo, il mondo è splendido.
- Sii attenta, prova ad essere felice!


TESTIMONIANZA DI PATRIZIA
Sono anch'io handicappata e so quanto è difficile il rapporto interpersonale con i vari membri della nostra società. Conosco i loro pregiudizi, le loro paure. Cosciente dell'importanza che ha il volto di una persona nell'incontro con gli altri, sapendo la paura che il suo volto poteva destare, sentii tutta la sofferenza che lei doveva avere subito. La deformazione sul volto è molto dolorosa e depressiva e può togliere ad una persona la possibilità di potersi accettare, di essere contenta. Con Jessie, siamo venute in Italia insieme nel 1990 e la nostra amicizia divenne subito molto profonda. Sentivamo che il nostro handicap era un motivo molto valido per legarci maggiormente, soprattutto l'aspetto di rifiuto della società, vissuto più o meno allo stesso modo. Diventò presto molto evidente che ciò che io avevo sofferto a motivo del mio handicap era ben poca cosa in confronto a ciò che Jessie aveva sofferto. Trovai che io non avevo più ragione di lamentarmi. Troppo spesso era stata trattata come se non fosse un essere umano. Il volto è ciò che crea la prima impressione sulle persone che incontriamo. È dalla nostra faccia che vengono espressi i sentimenti di amore, felicità, miseria e bellezza; la gente legge questi segni., la gente reagisce dal modo come ci vede. Poche persone devono aver visto bellezza, allegria e calore nella faccia di Jessie. Eppure, nonostante tutto, era meraviglioso e incantevole poter conoscere Jessie. Molte volte mi ritrovavo ad ammirarla, ammirare la sua personalità. Era una persona molto matura, molto riflessiva sul significato della vita e della sofferenza. Attraverso la sua sofferenza e il suo handicap aveva incontrato Dio e sperimentato il suo Amore e la sua Potenza. Lei condivideva con me, spesso, questa esperienza. Era timida per natura, debole a motivo della sua salute, molto determinata di vivere nel migliore dei modi la sua vita. Non voleva cadere nel self‑pity. C'erano momenti in cui desiderava rimanere sola ed evitare incontri. In questi momenti lei riceveva forza dalla preghiera. Ritrovava la sua pace nella solitudine. Era molto vicina a Dio, amava pregare, ringraziare e dar lode a Dio e spendeva molto tempo leggendo la Bibbia. Aveva una vera fede nel Signore. Confidava che, nonostante il grande dolore che viveva, il Signore le era sempre vicino. Prima di tutto, lei mi confidava, pregava sempre per avere la forza necessaria per accettare la Volontà di Dio in ogni cosa nella vita. Secondo: la forza e il coraggio di accettarne le conseguenze nonostante la pena e la difficoltà che ciò poteva comportare. Jessie amava la musica, la danza, il canto, gli scherzi, e manifestava questo quando si sentiva libera, con persone che l'avevano accettata. Sentiva molto la sofferenza degli altri ed evitava tutto ciò che poteva far loro male o ferirli; evitava di lamentarsi per non dar dispiacere. Mi confidava che lei voleva rendersi utile agli altri, anche quando si sentiva debole e soffriva molto. Lavorava molto. Jessie era vulnerabile e permalosa soprattutto quando i commenti riguardavano il suo handicap. Scusava gli altri dicendo che era frutto di ignoranza, di incapacità di leggere i segni di Dio. Questo le procurò molti amici che in lei vedevano la persona che ha veramente incontrato il Signore.


TESTIMONIANZA DI ANNA
Cara, piccola, dolcissima Jessie, sei passata accanto a me senza che quasi me ne accorgessi ed ora, che non ci sei più, mi manchi tanto; mi manca tutto l'amore che non ti ho dato, tutte le parole che non ti ho detto, tutto il tempo che non ti ho dedicato. Sei passata vicino a noi come una lucciola, portando la luce dentro di te e spargendola intorno. Eri uno scrigno di doni preziosi: la tua profonda umiltà, dolcezza, tolleranza, la tua grande intelligenza e sensibilità. Io ti confesso che non ho saputo guardare dentro e solo ora, davanti alla tua bara, sento di volerti tanto bene. Riesco a vedere tutto quanto era dentro di te e tutto ciò che hai saputo creare intorno a te: quella
splendida catena di solidarietà, di amore, di amicizia per cui sento, dal più profondo del cuore, di dirti il mio grazie. Grazie, piccola Jessie, ti porterò sempre con me; sarai l'amica mia più cara, il mio angelo in cielo. Io ti penserò e tu sarai con me, non più sofferente, non più malata, ma luminosa e piena di gioia. Così, sono certa, tu sei ora, piena di tenerezza per noi che ci credevamo, forse, più fortunati di te. Grazie di tutto amica mia carissima e, se Dio vorrà, a rivederci.

TESTIMONIANZA DI MARIA PIA
Jessie, sei giunta tra noi come dono in un buio mattino d'inverno. Per un attimo mi sono sentita smarrita, guardando il tuo volto. Ma è bastato un momento per far crescere in me un amore profondo e per vedere, nel tuo viso deformato dall'handicap, l'immagine stupenda del Creatore. Sei arrivata diciotto mesi fa e oggi, dopo un mese di coma, mi lasci in un profondo silenzio. Tutti ormai ti sognavamo, ti vedevamo quella Jessie per la quale avevi tanto sperato, tanto sofferto, tanto pregato! Mi lasci un vuoto incolmabile. Ora penso che avrei dovuto darti di più e capire meglio quello che più di ogni altra cosa desideravi: condividere totalmente il dramma che stavi vivendo. Aiutami ad acquisire quei doni stupendi di cui era ricco il tuo spirito: pazienza, dolcezza, coraggio, perseveranza, mansuetudine, fede. Sii il mio angelo custode. Accompagnami lungo la strada che il Signore ha tracciato per me. Grazie, Jessie per il molto che mi hai donato! Perdonami per il poco che ho saputo darti. A rivederci, piccola mia! Addio!




DAL “PROFETA” di K. GIBRAN

Jessie, l'eletta, l'amata, attendeva la nave che la riportasse alla casa nativa. Le porte del suo cuore si spalancarono e la gioia volò lontano, al di sopra del mare. All'improvviso, una grande tristezza calò su di lei e così ragionò nel suo cuore: Come andarsene in pace e senza dolore? Lunghi sono stati i giorni di sofferenza, lunghe le notti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine? Non è un pensiero che io lascio dietro di me, ma un cuore reso dolce da fame e sete. Tuttavia più a lungo non posso indugiare. Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi. La folla l'attorniò e disse: Non lasciarci ancora. Sei stata un meriggio nel nostro crepuscolo e la tua giovinezza ci ha donato visioni di sogno. Non sei ospite tra noi, non straniera, ma figlia nostra prediletta. Non accettare che ai nostri occhi manchi il nutrimento del tuo volto. Molto ti abbiamo amata: Ma senza parole, nascosto, fu il nostro amore. Ora esso grida e a te vorrebbe rivelarsi! Poiché sempre l'amore ignora la sua profondità fino all'ora del distacco! Essa con voce ferma disse: Quando l'Amore vi chiama, seguitelo, anche se le Sue vie sono dure e scoscese. E quando le Sue ali vi avvolgono, affidatevi a Lui! E quando vi parla, abbiate fede in Lui, anche se la Sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Come covoni di grano vi accoglie in se. Vi batte finché non sarete spogli. Vi staccia per liberarvi dai gusci. Vi macina per farvi neve. Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli. E vi affida alla Sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.
 
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