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Lettera sulla Trinità, Mons. Bruno Forte

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view post Posted on 11/6/2014, 21:23

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LETTERA SULLA TRINITÀ
+ Bruno Forte
Arcivescovo Metropolita di Chieti- Vasto

Mi dici: aiutami a conoscere il Dio in cui credi! Vorrei allora parlarti di Dio raccontando l’amore: a incoraggiarmi a farlo è Giovanni, l’Apostolo che ha posato il capo sul petto di Gesù nell’Ultima Cena e ha meditato per tutta la vita sulla rivelazione offerta agli uomini proprio attraverso quel cuore, perché è lui ad assicurarci che “Dio è amore” e che “chi non ama non ha conosciuto Dio” (1 Giovanni 4,8 e 16). In realtà, Dio stesso nella Bibbia ci ha raccontato la storia del Suo amore per noi. È un racconto che comincia da sempre in vista di un solo fine: renderci partecipi dell’infinito amore. Per questo Dio ci ha creato, chiamando ciascuno di noi ad esistere proprio come è: e per questo ognuno di noi è un dono di Dio! Quando l’uomo ha usato la libertà avuta in dono per rivoltarsi contro di Lui, questo Dio d’amore ha sofferto, ma ha rispettato la scelta della Sua creatura. Ce lo racconta una delle più belle parabole di Gesù: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto...” (Luca 15,11-13).
La storia, però, non finisce qui: Dio ama troppo gli uomini per abbandonarli a se stessi. Davanti al nostro rifiuto manifesta la profondità e l’audacia del Suo amore: invia Suo Figlio, che si fa uomo come noi e si consegna alla morte per amore nostro: “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri... Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Giovanni 4,9-11 e 16). Dare la vita per un altro significa amarlo dell’amore più grande: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). Così ci ama Dio. La Croce è la dichiarazione d’amore di Dio per noi, la rivelazione del cuore divino. La ragione per cui Dio ci ama tanto è che Dio è in se stesso amore.
Ecco il centro e il cuore del messaggio cristiano, ecco la sorgente, il grembo e la meta di tutto ciò che esiste: Dio è amore! Ecco quanto di più importante ci sia dato da pensare! Provo a farlo con Te, nel modo più semplice possibile, consapevole di balbettare appena parole d’amore sul mistero santo da cui veniamo, in cui ci muoviamo ed esistiamo e verso cui andiamo nel cammino del tempo. Se Dio è amore, è facile capire come non possa essere solitudine in se stesso: perché ci sia un rapporto d’amore bisogna essere almeno in due. Amare soltanto se stessi non è amore, è egoismo. Dio amore è allora almeno uno che ama da sempre e uno che da sempre è amato e ricambia l’amore: un eterno Amante e un eterno Amato. Colui che ama da sempre è la sorgente dell’amore: egli non è mai stanco di cominciare ad amare e ama per la sola gioia d’amare. È Dio Padre nell’amore, infinitamente libero e generoso nell’amare, da null’altro motivato all’amore che dall’amore: “Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, ma ci rende buoni e belli perché ci ama” (San Bernardo).
L’altro, l’eterno Amato, è Colui che accoglie da sempre l’amore: è l’eterna gratitudine, il grazie senza principio e senza fine, il Figlio. Quando il Figlio si fa uomo, si unisce a ciascuno di noi: perciò il Padre, amando Lui, ama anche ognuno di noi uniti a Lui, amati nell’Amato, fatti capaci di ricevere l’amore, che è la vita eterna di Dio. L’amore perfetto, però, non si chiude nel cerchio dei due: “Amare non significa stare a guardarsi negli occhi, ma guardare insieme verso la stessa meta” (Antoine de SaintExupéry). Il Padre e il Figlio vivono un amore così ricco e fecondo da rivolgersi insieme ad una Terza Persona divina, lo Spirito Santo. Lo Spirito è Colui nel quale il Loro amore è sempre aperto a donarsi, a “uscire da sé”: perciò lo Spirito è detto dono di Dio, fonte viva dell’amore, fuoco che accende in noi la capacità di ricambiare l’amore con l’amore. E perciò alita sulla creazione nel primo mattino del mondo e sulla nuova creazione, di cui è segno e promessa la Chiesa, nel giorno della Pentecoste. In quanto poi è l’Amore ricevuto dal Figlio e donato dal Padre, lo Spirito è anche il vincolo dell’amore eterno, l’unità e la pace dell’Amante e dell’Amato. Nello Spirito tutti siamo abbracciati dall’amore che unisce, libera e salva.
In quanto Amore, Dio, dunque, è Trinità, eterno evento dell’amore, che unisce i Tre che sono Uno, il Padre, eterna provenienza dell’ Amore, il Figlio, eterno avvento dell’Amore, e lo Spirito, avvenire dell’Amore eterno, Colui nel quale l’amore divino, da sempre uguale a se stesso, è sempre nuovo, eternamente giovane e insieme immutabile nella Sua fedeltà. Questa eterna storia d’amore ci è stata raccontata nel segno supremo dell’abbandono di Gesù in Croce: la Croce è la storia dell’eterno Amante, il Padre, che consegna Suo Figlio per noi; dell’eterno Amato, il Figlio, che si consegna alla morte per amore nostro; e dello Spirito Santo, l’amore eterno che li unisce fra di loro e li apre al dono che essi fanno a noi, rendendoci partecipi della vita divina. Questi Tre sono uno: non tre amori, ma un unico, eterno ed infinito amore, l’unico Dio che è amore.
Si può dire allora che “vedi la Trinità, se vedi l’amore” (Sant’Agostino): e vedi l’amore, se guardi la Croce dove il Padre offre per noi il Figlio, mentre lo Spirito - che viene rappresentato nei Vangeli in forma di colomba - sta fra di Loro. La Croce è il racconto della Trinità di Dio, la rivelazione dell’infinito
amore: perciò, spesso nella tradizione occidentale la Trinità divina è stata rappresentata con la scena di Dio Padre che regge fra le braccia il legno della Croce, da cui pende il Figlio abbandonato, mentre la colomba dello Spirito unisce e separa l’Amante e l’Amato, l’Abbandonato e Colui che l’Abbandona (vedi la Trinità di Masaccio in Santa Maria Novella a Firenze). L’Oriente cristiano ha voluto trasmetterci lo stesso messaggio con la scena dei tre Angeli che apparvero ad Abramo alle querce di Mamre e che erano uno, scelti come figura delle tre Persone divine che accolgono gli uomini nel cerchio del loro amore al banchetto della vita (come fa Andrei Rublev nella celebre icona della Trinità conservata a Mosca).
Prova allora a fermarti davanti a un Crocifisso o all’icona in cui i tre Angeli ti chiamano a entrare nel dialogo divino dell’amore: disponiti ad ascoltare la dichiarazione d’amore di Dio. Cerca di unirti al Figlio amato, abbandonato e risorto alla vita per Te, e di sentire l’amore del Padre che Ti avvolge e lo Spirito che Ti unisce a Gesù e in Lui al Padre. È un’esperienza bellissima questa di sentirsi amati da Dio: allora, avvolto dall’amore dei Tre, capirai che Dio Amore non è una parola vuota, una storia lontana, ma il racconto dell’eterno Amore, che è venuto a narrarsi nel tempo perché ciascuno di noi, ascoltandolo e credendo all’amore dei Tre, si lasci raggiungere e trasformare da questa eterna storia d’amore... Vuoi provarci anche Tu? Chiedilo a Dio così:

Dio tre volte Santo, Trinità divina, aiutami a confessare con le labbra e col cuore l’infinita bellezza del Tuo amore:
di Te Padre, eterno Amante
da cui proviene ogni dono perfetto,
di Te Figlio, eterno Amato
che tutto riceve e tutto dona,
di Te Spirito Santo,
Amore ricevuto e donato,
vincolo della carità eterna
ed estasi dell’eterno dono.
In Te, Trinità Santa vorrò nascondermi, per essere amato nell’Amato
ed imparare ad amare
qui nell’umile fedeltà del tempo
e per sempre nel giorno dell’amore
che non muore. Amen! Alleluia!
 
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